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Lolla di riso: come uno scarto diventa una risorsa

Seconda vita della lolla di riso? Sì, ma qualificata, in grado di fare la differenza fra i residui delle filiere
della risicoltura. Al punto da chiamarla “Bio-Lolla”, uno dei “blend” realizzati dalla Mixcycling di
Breganze secondo tutti i crismi della sostenibilità.
D’altra parte, è questo della qualità produttiva l’obbiettivo che anima sin dalla sua nascita Mixcycling,
startup vicentina costituita per rendere virtuoso, ecologicamente ed economicamente, il riciclo degli scarti organici.
A tale fine, la soluzione adottata da Mixcycling consiste in brevetti esclusivi finalizzati alla creazione
di nuovi materiali utilizzabili nei più diversi ambiti. Fra i progetti seguiti, ha rilevanza anche quello
riguardante la lolla di riso, buccia protettiva del chicco, destinata a essere scartata durante le prime fasi di lavorazione del cereale.
Da alcuni anni, la ricerca scientifica ha puntato il proprio obbiettivo su questo scarto che, oltre a essere
prodotto in ingenti quantità, pari a due quintali di lolla ogni tonnellata di riso lavorato, si segnala per
impermeabilità, alto grado di non-deperibilità, ed elevate percentuali di silice, caratteristica quest’ultima
ottimizzata da brand come Pirelli nella mescola da cui si ottengono gli pneumatici.
Sulla base di queste comprovate qualità, Mixcycling elabora l’esclusivo know how di processi attraverso
cui si giunge a Bio Lolla, “blend” la cui eccellenza si fonda anche sul fattore Km0. Quest’ultimo è dovuto
al fatto che gli scarti giungono nella sede di Breganze dalle vicine risaie della Bassa Veronese, dove tante
piccole aziende famigliari coltivano la pregiata qualità del Vialone Nano Veronese.
Le considerevoli doti di resistenza per cui la lolla si fa apprezzare, esaltate nel blend esclusivo
Mixcycling, conferiscono a Bio Lolla destinazioni di uso potenzialmente illimitate, all’interno di indotti
che spaziano dall’arredamento all’edilizia, dalla realizzazione di infrastrutture al giardinaggio. Né va
tralasciata la possibilità di un reimpiego nelle filiere alimentari, dove minime percentuali di lolla sono ad
esempio utilizzate nella produzione di pregiate birre artigianali.

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