Tanto legno nel nostro futuro. Ancora più legno e, soprattutto, ancora più sostenibile, rispetto a quello che così tanto calore conferisce ad abitazioni e luoghi di lavoro.
Materiale emergente già prima del covid, il legno riciclato si profila fra le scelte trainanti per la ripresa dalla pandemia in settori tradizionali come la logistica, gli imballaggi, l’edilizia o l’arredamento, ma anche in ambiti innovativi come l’automotive.
In materia ci sono numeri che parlano chiaro. Ad esempio quelli prodotti da Rilegno, consorzio nazionale costituito nel 1997 in ottemperanza al Decreto Ronchi per quanto riguarda il ciclo di fine vita di imballaggi lignei come il pallet, le cassette da frutta, le casse o le bobine usate. Recuperando quanto raccolto da amministrazioni comunali e aziende private, nel 2019 Rilegno (che opera in seno al Conai, il consorzio nazionale imballaggi) ha riciclato 1 milione e 967 tonnellate di legno, reimettendo nelle filiere del consumo 60 milioni di pallet rigenerati. Sono risultati che, secondo quanto riporta il magazine Regioni & Ambiente, fanno di Rilegno un’eccellenza mondiale del riciclo ligneo, al vertice di un sistema che raggruppa oltre duemila imprese e più di 400 piattaforme di raccolta sparse per tutto il territorio italiano.
Se sostenibilità, riuso e chilometro zero sono ovviamente destinati a essere fattori trainanti della ripresa post-Covid, per una produttività competitiva sarà necessario l’apporto di quella fantasia creativa che risplende nel Dna del Made in Italy. Solo per fare un esempio, un portale come ideadesigncasa.org propone ben quindici soluzioni “fai da te” per il legno riciclato, spaziando dalle specchiere ai mobili da giardino, dagli oggetti di arredo ai candelieri, dai portavasi alle mensole sospese. Ma sono nuove abitudini domestiche rispecchiate da vere e proprie tendenze di mercato, come dimostrato dai numeri che può esibire un leader internazionale del pannello riciclato del calibro del Gruppo Saviola, che ha sede a Viadana, in provincia di Mantova: oltre il 50% dei 588 milioni di fatturato conseguito dal gruppo nel 2019 provengono dal settore eco-legno, dove l’azienda dichiara di avere rimesso in circolo un milione e mezzo di tonnellate di legno, fornite da 21 centri di raccolta e lavorate all’interno di 14 stabilimenti.
Scenari pre-covid questi ultimi, che saranno sicuramente ridimensionati dall’anno della pandemia, anche se la ripresa potrà svilupparsi solo in direzione di una sostenibilità in cui il legno eserciterà un ruolo centrale. Così sarà sia in settori dove è da sempre utilizzato, come l’arredamento e l’edilizia, sia in altri dove sta già rivelando nuove prospettive di impiego, come l’automotive, l’indotto energetico, l’industria cartaria.
Fondamentale sarà in questa direzione l’apporto che verrà dalla ricerca orientata verso i nuovi materiali. Un esempio arriva dal “Bio Lignum”, blend fresco di brevetto della start up vicentina Mixcycling, dove lo scarto di legno viene miscelato con minime quantità di polimeri per dare vita a un’innumerevole gamma di soluzioni, grazie a cui realizzare prodotti, applicazioni o supporti del più vario genere.
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